LE ANDE DI EVO
Ho letto nei giornali che Evo Morales ha vinto il referendum, a cui aveva chiamato i cittadini boliviani, per una verifica di metà legislatura. E' una buona notizia. Attraversando il grande altipiano boliviano mi è capitato due anni fa di passare per Orinaca nel distretto di Oruni dove Evo Morales presidente indio celebrava la vittoria con la sua gente nel paese in cui era nato.
Le popolazioni andine aymara e quichua come anche le restanti 28 comunità indigene minori della Bolivia salutavano con le loro canzoni e indossando i loro meravigliosi costumi questo quarantenne un po’ sorpreso di essere diventato il primo indio presidente della repubblica. E’ nato da una famiglia contadina del dipartimento di Oruro ha avuto sette fratelli ma soltanto tre sono sopavvissuti alla miseria.E’ stato alla guida del sindacato dei”cocaleros”del Chapare,movimento che si è battuto contro le multinazionali per difendere le comunità indigene e le loro risorse a partire dalle foglie di coca .
Ho avuto la sensazione che l’elezione di Evo venga vissuta come una rivoluzione e non come una svolta democratica.
La speranza di cambiamento è forte nel paese più povero del continente,una speranza attesa troppo a lungo e oggi a portata di mano.Deve lavorare molto per dare alla Bolivia la strada di un riformismo possibile .Ha bisogno per questo di alleati nella sinistra democratica del continente e soprattutto mediare un rapporto con le spinte radicali dei movimenti sociali del suo paese.Provenendo egli stesso da questi movimenti non avrà sconti ma dovrà comunque guidare le scelte non perdendo mai la bussola democratica .La garanzia della sua governabilità sarà basata nel mantenere un giusto rapporto tra i movimenti sociali i partiti e le istituzioni parlamentari mettendo in campo gli strumenti della democrazia e del consenso.
Mi accorgo,scrivendo questa nota che il mio ragionamento scivola verso le mie convinzioni riformiste che forse non si adattano alla complessità della situazione boliviana.Ma credo che i presupposti per il governo della nuova Bolivia non siano affatto facili.Nonostante questo l’elezione di Evo Morales sarà l’inizio di una nuova storia .
Ho letto nei giornali che Evo Morales ha vinto il referendum, a cui aveva chiamato i cittadini boliviani, per una verifica di metà legislatura. E' una buona notizia. Attraversando il grande altipiano boliviano mi è capitato due anni fa di passare per Orinaca nel distretto di Oruni dove Evo Morales presidente indio celebrava la vittoria con la sua gente nel paese in cui era nato.
Le popolazioni andine aymara e quichua come anche le restanti 28 comunità indigene minori della Bolivia salutavano con le loro canzoni e indossando i loro meravigliosi costumi questo quarantenne un po’ sorpreso di essere diventato il primo indio presidente della repubblica. E’ nato da una famiglia contadina del dipartimento di Oruro ha avuto sette fratelli ma soltanto tre sono sopavvissuti alla miseria.E’ stato alla guida del sindacato dei”cocaleros”del Chapare,movimento che si è battuto contro le multinazionali per difendere le comunità indigene e le loro risorse a partire dalle foglie di coca .
Ho avuto la sensazione che l’elezione di Evo venga vissuta come una rivoluzione e non come una svolta democratica.
La speranza di cambiamento è forte nel paese più povero del continente,una speranza attesa troppo a lungo e oggi a portata di mano.Deve lavorare molto per dare alla Bolivia la strada di un riformismo possibile .Ha bisogno per questo di alleati nella sinistra democratica del continente e soprattutto mediare un rapporto con le spinte radicali dei movimenti sociali del suo paese.Provenendo egli stesso da questi movimenti non avrà sconti ma dovrà comunque guidare le scelte non perdendo mai la bussola democratica .La garanzia della sua governabilità sarà basata nel mantenere un giusto rapporto tra i movimenti sociali i partiti e le istituzioni parlamentari mettendo in campo gli strumenti della democrazia e del consenso.
Mi accorgo,scrivendo questa nota che il mio ragionamento scivola verso le mie convinzioni riformiste che forse non si adattano alla complessità della situazione boliviana.Ma credo che i presupposti per il governo della nuova Bolivia non siano affatto facili.Nonostante questo l’elezione di Evo Morales sarà l’inizio di una nuova storia .
Che sia un passo verso la democrazia o, come dicono loro, una rivoluzione, comunque è una notizia buona...
RispondiEliminaFausta
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaPurtroppo, come spesso ancora capita in America Latina dove le oligarchie latifondiste e capitaliste gestiscono l'economia nazionale, la Corte Nazionale Elettorale ha sospeso il referendum costituzionale del prossimo 7 dicembre. Ovvero il passaggio obbligatorio per approvare la nuova costituzione.
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