Le prime pagine dei quotidiani aretini che troviamo in edicola in questi giorni di agosto colano inchiostro sulle gesta sportive degli atleti italiani alle Olimpiadi cinesi. È giusto così: lo spettacolo è straordinario, ricco di momenti belli e anche commoventi. E poi sono molti i toscani in lizza, né mancano alcuni atleti aretini, tra cui un tennista, un giocatore di pallavolo, una ginnasta e un nuotatore, mio conterraneo cortonese.
Sarà per la loro cadenza ogni quattro anni, sarà per la loro capacità di proporsi come un evento che abbraccia il mondo intero, ma delle precedenti edizioni delle Olimpiadi custodisco nel cuore immagini potenti, che difficilmente potranno essere cancellati. Anche con Pechino, sono sicuro, andrà così.
I quotidiani durano un giorno, come dice la parola stessa, mentre la gerarchia delle notizie e della percezione che ne abbiamo cambia con la velocità della luce. La presenza dei nostri atleti a Pechino resterà invece nella storia dello sport per sempre e sicuramente segnerà la vita di questi ragazzi. E poi (dico per dire) riempire le prime pagine dei giornali estivi, aumentandone la diffusione che immagino sempre critica in questa stagione, con delle belle notizie renderà più liete le nostre ferie d'agosto.
Eppure quante riflessioni, quanti turbamenti, in questi giorni. Anche quello che la festa cinese nasconde non può essere dimenticato.
Le Olimpiadi richiamano ideali di pace e fratellanza universale, eppure, nella stessa ora in cui Putin salutava festoso e sorridente le sfilate di Pechino le sue truppe invadevano la Georgia con migliaia di morti. E in Cina niente è cambiato ai diritti della democrazia, alla pena di morte, ai diritti di autodeterminazione...
Da Pechino a casa nostra. E qui almeno si è provato a parlare della tragedia che è il convitato di pietra delle gare olimpiche: il Tibet.
Comunque poco. Ad Arezzo è stata proposta una bellissima mostra sul Tibet, a San Giovanni Valdarno un bravo sindaco ha organizzato alcune giornate dedicate al popolo del Tetto del Mondo. Alcuni giovani di una associazione non violenta hanno issato uno striscione in un cavalcavia.
Nulla di più. Non una parola dalle forze politiche tradizionali e poco spazio nei mezzi d'informazione. Diciamocelo: potevamo fare di più.
Da parte mia, voglio seguire i nostri successi alle Olimpiadi, ma voglio anche gridare forte cosa penso sul regime cinese. Perché è così: la gioia per questo grande evento sportivo è offuscata dallo scempio che viene fatto di ogni diritto
Ancora oggi chi dissente viene arrestato. Ancora oggi non ci sono speranze per il popolo tibetano. Ricordiamocene quando in questi giorni festeggeremo un podio o applaudiremo un'impresa sportiva, meravigliandoci dello spettacolo straordinario che ci hanno predisposto i signori di Pechino.
(Tito Barbini) Corriere di Arezzo Venerdi 15 Agosto
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Proprio oggi ho assistito ad un servizio che dava qualche idea di come vengono gestite rimostranze e manifestazioni: da una parte spero che proprio le Olimpiadi, proprio perchè tenute lì, siano strumento attraverso il quale possa avvenire una sensibilizzazione, una conoscenza maggiore che aiuti a fare un passo avanti verso un maggiore rispetto dei diritti dei singoli, delle minoranze, dell'Uomo,dall'altra spero che l'attenzione puntata sulla mancanza di diritti in Cina non faccia dimenticare quelli che vengono negati in tante altre parti del mondo.
RispondiEliminaAuguriamoci che lo sport sia ancora una volta un veicolo non solo di competizione ma per la riflessione entro e fuori la Cina e di emancipazione da tante costrizioni.
Ps: leggo da un po' il tuo blog e lo apprezzo: ti spiace se lo indico come link sul mio?
Lucia
Cara Lucia , non solo puoi indicare il mio blog come link ma scrivimi quando vuoi . un caro saluto Tito
RispondiEliminaE' vero, quest'anno, pur seguendo come sempre le olimpiadi, una delle rare occasioni in cui si possono vedere tutte le discipline sportive, ma c'è qualcosa che non me le fa godere appieno.
RispondiEliminaMi fa pensare a quei regali che sono incartati con ricchezza, gusto e fantasia.... e dentro s'è rotto tutto....
Fausta