Mia figlia e alcuni amici mi hanno confidato che, nella prossima estate, vorrebbero fare un viaggio in India. E' raro che un viaggiatore consigli di visitare un posto piuttosto che un'altro. Ognuno compie le sue scoperte da solo. Ma, per Varanasi, ( la vecchia Benares) faccio volentieri un'eccezione.
Nel bagaglio che tutti possediamo di immagini stereotipate dell'India, non mancano certo quelle dei pellegrini che si bagnano nel Gange e le pile funerarie per la cremazione dei corpi nelle scalinate che scendono al fiume sacro. Vi assicuro, in questo caso, le immagini che abbiamo in testa, sono poca cosa. Bisogna andarci! E' difficile anche raccontarla questa esperienza. Perdersi per le intricatissime strade ,sentire gli odori,mettere i piedi nel fango, toccare e farti toccare dai corpi trasparenti che popolano le rive del Gange.
Varanasi è l'esperienza che più di ogni altra,nella vita, ti mette di fronte all'altro. Al diverso da te e dalla tua spocchiosa cultura.
E' difficile non pensare alla morte mentre cammini per Varanasi. Ma per la prima volta il pensiero non si riversa sulla paura. Credo che non ci sia luogo al mondo dove la spiritualità e il pensiero della morte si compie con mille gesti simbolici. Mentre ero lì pensavo a una esperienza straordinaria, dopo alcuni giorni il coinvolgimento mi è parso totale. Varanasi è il posto dove ogni indù deve bagnarsi nell'acqua del Gange per purificarsi da tutti i peccati e conquistare il paradiso.Varanasi per tutti loro è soprattutto un buon posto per morire (naturalmente il più tardi possibile). Vi consiglio di camminare, all'alba e al tramonto, nella riva sinistra del fiume (la riva destra è impura). Camminare per chilometri, da una scalinata all'altra, per incontrare l'umanità. I rituali della vita e della morte si svolgono tutti qui in una perfetta simbiosi e qui perdono i loro inquietanti significati. Davvero emozionanti sono i luoghi dove avvengono le cremazioni pubbliche. Si può accedere, con i parenti, accanto alla catasta di legno profumato di sandalo e assistere alla cerimonia. I corpi, prima di essere cremati, vengono portati in giro in una barella di bambù e immersi nel Gange. Intorno si canta e si prega. L'odore acro del fumo e il riflesso rosso del fiume ti consegnano una riflessione,molto intima, non sulla morte ma sulla nostra paura della morte.
Dear Tito,
RispondiEliminaquesta tua pagina è simile ai cerchi di un sasso lasciato cadere nell’acqua. Ho imparato ancora una volta che non possiamo mai programmare il percorso e le esperienze che il Grande Architetto della
vita ci riserva.
E nuovamente il viaggio echeggia sempre dentro di noi.
In una strana sintonia, avevo notato le tue foto della cremazione a Varanasi e le ho ricollocate sopra il ricordo di due giorni al tempio crematorio di una città toscana, dove lo stesso Grande Architetto, un giorno di settembre, mi ha dato appuntamento.
Riconosco nell’atto della cremazione il più alto senso del rispetto della persona , la ricomposizione del corpo nei 4 elementi, e per questo il mio animo si è alleggerito affinchè il corpo non subisse quel processo straziante, mentre la persona è ben altro. Dopo tutto l’ultimo vero atto della vita.
FrancescaTenti
Che bella l'India; da sempre ne sono attratto. Una mia amica è tornata da poco, e ho visto foto di posti stupendi, anche se purtroppo la povertà è molta.
RispondiEliminaComplimentissimi per il blog!
Ciao.
Roby64
Sono stata in India quattro volte, ma mai a Varanasi... e so che è un'esperienza forte, violenta. La conosco attraverso i racconti dei miei genitori e attraverso le loro bellissime foto...
RispondiEliminaMio padre non c'è più e nelle sue ultime volontà ha scelto di farsi cremare. 16 anni fa non era una cosa tanto comune come lo è adesso e il parroco del paese, non dico che si oppose, ma cercò di dissuederci... Per me è stata una grande consolazione sapere che il suo corpo, tanto caro e bello, non avrebbe subito un lento disfacimento, ma sarebbe bruciato come legno nelle fiamme purificatrici...
Lo so che l'argomento morte difficilmente viene affrontato perchè la paura della morte ci fa evitare addirittura l'argomento ma, volenti o nolenti, prima o poi è un'esperienza che vivremo tutti.
La morte da significato alla vita perchè il sapere che prima o poi finirà ci da la spinta a fare certe cose, a non perderci dietro cose inutili... ma chissà perchè poi ci perdiamo lo stesso dietro cose effimere perchè forse, non parlandone, ci dimentichiamo del nostro stato di esseri mortali...
Varanasi ci ricorda chi siamo!!!
Un abbraccio
Francesca