POLO SUD
Antartide, cede ponte di ghiaccio. Alla deriva l'iceberg più grande
Nuovo allarme per il riscaldamento globale: la placca che si è staccata dal continente è grande come la Giamaica.
Il mio amore per l'Antartide è ancora grande. Questo continente continuerà ad abitarmi dentro e credo di averlo detto con il mio libro. Il libro si conclude con l'impegno a fare qualcosa per difenderlo. Testimoniare quello che accade è per me un imperativo morale. Ecco l'ultima notizia.
Antartide, cede ponte di ghiaccio. Alla deriva l'iceberg più grande
Nuovo allarme per il riscaldamento globale: la placca che si è staccata dal continente è grande come la Giamaica.
Il mio amore per l'Antartide è ancora grande. Questo continente continuerà ad abitarmi dentro e credo di averlo detto con il mio libro. Il libro si conclude con l'impegno a fare qualcosa per difenderlo. Testimoniare quello che accade è per me un imperativo morale. Ecco l'ultima notizia.
SI ERA formato silenziosamente nel corso di diecimila anni. In pochi giorni, sorprendendo tutti gli scienziati, l'iceberg di Wilkins, a nord dell'Antartide, si è spaccato in mille pezzi e i suoi frammenti sono caduti in mare con una serie di schianti fragorosi. Così si è rotto il cordone ombelicale. Il cordone ombelicale che teneva ancorata alla penisola antartica questa piattaforma bianca di 3.700 chilometri quadri era ormai ridotto a una passerella di ghiaccio lunga 40 chilometri e larga 500 metri. Nel corso della settimana scorsa si è sbriciolato quasi completamente lasciando alle correnti dell'Oceano antartico il compito di spazzare via blocchi di iceberg grandi come palazzi. Anche se nella penisola antartica oggi soggiornano diverse spedizioni scientifiche, il cataclisma è avvenuto lontano da testimoni umani. Solo gli occhi del satellite dell'Agenzia spaziale europea Envisat hanno registrato la perdita del più grande e più meridionale fra i pezzi di calotta mai distrutti dal riscaldamento climatico. "Wilkins ha iniziato a restringersi negli anni '90", spiega Angelika Humbert, la glaciologa dell'università tedesca di Munster che segue quotidianamente le immagini del polo sud inviate da Envisat. "Ultimamente però il ritmo della distruzione delle piattaforme di ghiaccio è accelerato. Non passa anno senza registrare la perdita di un iceberg gigante". Da una stazione della British Antarctic Survey, il glaciologo inglese David Vaughan, che a gennaio aveva percorso il corridoio di ghiaccio nel suo punto più stretto - appena 500 metri a 20 metri di altezza dal mare - commenta stupefatto: "Tre giorni fa il corridoio era sottile, ma intatto. È incredibile quanto la distruzione sia stata rapida".
Solo nel 2008 il calore aveva rubato alla piattaforma il 14 per cento della sua superficie, seminando in mare un'accozzaglia di frammenti di iceberg. Nel 1930, quando Hubert Wilkins sorvolò questa piattaforma rivendicandola fra i possedimenti di re Giorgio V e lanciando dall'aereo una bandiera inglese e un certificato di proprietà, la sua area toccava i 13mila chilometri quadri. Al polo sud è ancora conservato il 91 per cento di tutto il ghiaccio del pianeta. Per ragioni non del tutto chiare però, la penisola antartica oggi si sta riscaldando a una velocità superiore rispetto al resto del continente, e anche al pianeta nel suo complesso. Negli ultimi 50 anni la temperatura media è aumentata di 2,5 gradi e l'emorragia di ghiaccio ha superato la soglia dei 25mila chilometri quadri, restringendo il profilo del continente. Neanche negli ultimi inverni, quando il bilancio fra neve fresca che cade e ghiaccio che si scioglie dovrebbe essere positivo, Wilkins era riuscito a recuperare il volume perduto. Dal momento che l'iceberg era già un blocco galleggiante, il suo distacco e il prevedibile scioglimento non provocheranno di per sé un aumento dei livelli degli oceani. La sua perdita però, come un tappo che salta, faciliterà il deflusso del ghiaccio disciolto che dall'interno della penisola antartica si riversa in mare ogni estate
Solo nel 2008 il calore aveva rubato alla piattaforma il 14 per cento della sua superficie, seminando in mare un'accozzaglia di frammenti di iceberg. Nel 1930, quando Hubert Wilkins sorvolò questa piattaforma rivendicandola fra i possedimenti di re Giorgio V e lanciando dall'aereo una bandiera inglese e un certificato di proprietà, la sua area toccava i 13mila chilometri quadri. Al polo sud è ancora conservato il 91 per cento di tutto il ghiaccio del pianeta. Per ragioni non del tutto chiare però, la penisola antartica oggi si sta riscaldando a una velocità superiore rispetto al resto del continente, e anche al pianeta nel suo complesso. Negli ultimi 50 anni la temperatura media è aumentata di 2,5 gradi e l'emorragia di ghiaccio ha superato la soglia dei 25mila chilometri quadri, restringendo il profilo del continente. Neanche negli ultimi inverni, quando il bilancio fra neve fresca che cade e ghiaccio che si scioglie dovrebbe essere positivo, Wilkins era riuscito a recuperare il volume perduto. Dal momento che l'iceberg era già un blocco galleggiante, il suo distacco e il prevedibile scioglimento non provocheranno di per sé un aumento dei livelli degli oceani. La sua perdita però, come un tappo che salta, faciliterà il deflusso del ghiaccio disciolto che dall'interno della penisola antartica si riversa in mare ogni estate
Questo dello scioglimento dei ghiacciai è un problema che mi preoccupa moltissimo!!! Ma tu hai l'impressione che preoccupi veramente a qualcun'altro??? Voglio dire: quelli che potrebbero davvero fare qualcosa, si interessano davvero del problema???
RispondiEliminaColgo l'occasione per augurarti anche una serena Pasqua!!!
Un abbraccio
Francesca
Ho letto il tuo libro sull'Antartide grazie alla catena di Anobii. Si puo' acquistare? Lo trovo in libreria? Oppure lo devo ordinare? E' un libro che lascia il segno e sono felice di aver avuto la fortuna di incontrarlo sulla mia strada. Mi viene da dire che era destino che accadesse, perche' le emozioni che sai regalare sono veramente gioielli che non potevo perdere.
RispondiEliminaGrazie