QUELLE MADRI DELLA PLAZA DE MAYO
Sono trascorsi trent'anni dalla notte della dittatura argentina e le madri marciano ancora. Con i cartelli e le foto dei figli e dei nipoti desaparecidos camminano lentamente intorno a Plaza De Mayo, ormai da tre decenni ogni giovedì pomeriggio. E' cosi che tutto il mondo ha conosciuto queste straordinarie donne: madri e nonne che con i loro fazzoletti bianchi hanno sfidato i potenti e i loro bracci armati durante e dopo la dittatura militare.
Ogni volta che torno a Buenos Aires non posso fare a meno d'incontrarle. Sono rimaste in poche, anzi pochissime, e hanno quasi tutte un'età intorno ai novant'anni. Pochi giorni fa è scomparsa anche come Polda Barsottini, una toscana che pur essendo emigrata in Argentina a soli 6 anni, è sempre rimasta legata alla sua regione, portando più volte la sua testimonianza di impegno civile e coraggio.
A vederle, i loro fazzoletti sembrano meno bianchi dei loro capelli. Però oggi ho un motivo in più per sentirmi loro vicino. Ho trovato un legame con Arezzo, importante per me, importante per loro
E il legame è dato dalla notizia che un nostro concittadino, tristemente famoso in Argentina, ha avuto una condanna definitiva per aver diffamato e calunniato i giudici Turone e Colombo in merito alla vicenda della strage alla stazione di Bologna. Si tratta, come avrete capito, di Licio Gelli. La condanna, oltre agli anni di carcere, ha sanzionato la confisca di alcuni lingotti d'oro trovati nella villa di Gelli ad Arezzo. Ebbene, i giudici diffamati sono stati risarciti proprio con l'oro di Gelli; e loro con grande sensibilità hanno deciso di dare il prezioso metallo alle vittime delle stragi italiane e a quelle della dittatura argentina.
E' stato cosi che le Madri di Plaza De Mayo hanno ricevuto una parte dell'oro confiscato al venerabile capo della P2. Ed è giusto, perché lui c'entra molto con la dittatura argentina. Licio Gelli, non dimentichiamolo, è stato addirittura console onorario d'Italia in Argentina nel periodo della dittatura militare .
E soprattutto non dimentichiamo che i grandi responsabili della terribile dittatura, i generali Videla, Massera e Agosti erano, guarda caso, iscritti alla loggia massonica P2.
Oggi le madri di Plaza De Mayo sono un vero e proprio movimento politico orientato fortemente verso la sinistra. Nella serata che ho trascorso al loro centro ho potuto conoscere meglio i loro programmi politici. Non sono legati a nessun partito ma rivendicano le idee di tutti i trentamila desaparecidos. E' come se in questo modo fossero riuscite a dipanare il filo della memoria, ma anche dell'impegno, che le lega, e ci lega tutti ai ragazzi scomparsi.
Ma non sono di nuovo qui per analizzare o giudicare un progetto politico. Mi soffermo nella grande sala del loro centro a guardare le migliaia di foto delle ragazze e dei ragazzi che nei giorni del terrore furono presi all'uscita di scuola o per strada da un auto scura e senza targa, portati alla Scuola Militare o al Garage Olimpo, torturati e uccisi oppure narcotizzati, fatti salire su un aereo militare e gettati ancora vivi nell'oceano.
Sono tante tantissime queste foto. Mi guardano con visi luminosi e sorridenti. In quegli anni avevo la loro stessa età. Anch'io volevo cambiare il mondo. Per fortuna vivevo in un paese dove, anche con i tanti Licio Gelli, la democrazia riusciva a resistere anche alle trame più oscure.
Mi perdo a leggere i nomi di origine italiana e cammino con loro verso Plaza de Mayo. Come sempre improvvisano un piccolo comizio sullo scalino del monumento della piazza che guarda la Casa Rosada. Parlano di temi attuali per l'Argentina : la crisi economica e i rapporti con il Fondo Monetario Internazionale, l'elezione di Obama, lo stato dei processi che riguardano i responsabili della dittatura e le nuove responsabilità che vengono accertate.
Ogni giovedì, insomma, le madri fanno il punto sulla politica argentina, e non solo su essa. Ho l'impressione che questo appuntamento settimanale sia seguito con una certa attenzione dalla stampa e dall'opinione pubblica di questo paese.
Mi attardo, in fondo al corteo, a parlare con una Madre di origine italiana. Mi viene da chiederle per quante settimane ancora sfileranno in Plaza De Mayo. La risposta è decisa, viene con voce ferma e mi fa salire un groppo alla gola: "Sarà per sempre, per tutta la vita, basta che viva una sola madre, e lei marcerà".
Sono trascorsi trent'anni dalla notte della dittatura argentina e le madri marciano ancora. Con i cartelli e le foto dei figli e dei nipoti desaparecidos camminano lentamente intorno a Plaza De Mayo, ormai da tre decenni ogni giovedì pomeriggio. E' cosi che tutto il mondo ha conosciuto queste straordinarie donne: madri e nonne che con i loro fazzoletti bianchi hanno sfidato i potenti e i loro bracci armati durante e dopo la dittatura militare.
Ogni volta che torno a Buenos Aires non posso fare a meno d'incontrarle. Sono rimaste in poche, anzi pochissime, e hanno quasi tutte un'età intorno ai novant'anni. Pochi giorni fa è scomparsa anche come Polda Barsottini, una toscana che pur essendo emigrata in Argentina a soli 6 anni, è sempre rimasta legata alla sua regione, portando più volte la sua testimonianza di impegno civile e coraggio.
A vederle, i loro fazzoletti sembrano meno bianchi dei loro capelli. Però oggi ho un motivo in più per sentirmi loro vicino. Ho trovato un legame con Arezzo, importante per me, importante per loro
E il legame è dato dalla notizia che un nostro concittadino, tristemente famoso in Argentina, ha avuto una condanna definitiva per aver diffamato e calunniato i giudici Turone e Colombo in merito alla vicenda della strage alla stazione di Bologna. Si tratta, come avrete capito, di Licio Gelli. La condanna, oltre agli anni di carcere, ha sanzionato la confisca di alcuni lingotti d'oro trovati nella villa di Gelli ad Arezzo. Ebbene, i giudici diffamati sono stati risarciti proprio con l'oro di Gelli; e loro con grande sensibilità hanno deciso di dare il prezioso metallo alle vittime delle stragi italiane e a quelle della dittatura argentina.
E' stato cosi che le Madri di Plaza De Mayo hanno ricevuto una parte dell'oro confiscato al venerabile capo della P2. Ed è giusto, perché lui c'entra molto con la dittatura argentina. Licio Gelli, non dimentichiamolo, è stato addirittura console onorario d'Italia in Argentina nel periodo della dittatura militare .
E soprattutto non dimentichiamo che i grandi responsabili della terribile dittatura, i generali Videla, Massera e Agosti erano, guarda caso, iscritti alla loggia massonica P2.
Oggi le madri di Plaza De Mayo sono un vero e proprio movimento politico orientato fortemente verso la sinistra. Nella serata che ho trascorso al loro centro ho potuto conoscere meglio i loro programmi politici. Non sono legati a nessun partito ma rivendicano le idee di tutti i trentamila desaparecidos. E' come se in questo modo fossero riuscite a dipanare il filo della memoria, ma anche dell'impegno, che le lega, e ci lega tutti ai ragazzi scomparsi.
Ma non sono di nuovo qui per analizzare o giudicare un progetto politico. Mi soffermo nella grande sala del loro centro a guardare le migliaia di foto delle ragazze e dei ragazzi che nei giorni del terrore furono presi all'uscita di scuola o per strada da un auto scura e senza targa, portati alla Scuola Militare o al Garage Olimpo, torturati e uccisi oppure narcotizzati, fatti salire su un aereo militare e gettati ancora vivi nell'oceano.
Sono tante tantissime queste foto. Mi guardano con visi luminosi e sorridenti. In quegli anni avevo la loro stessa età. Anch'io volevo cambiare il mondo. Per fortuna vivevo in un paese dove, anche con i tanti Licio Gelli, la democrazia riusciva a resistere anche alle trame più oscure.
Mi perdo a leggere i nomi di origine italiana e cammino con loro verso Plaza de Mayo. Come sempre improvvisano un piccolo comizio sullo scalino del monumento della piazza che guarda la Casa Rosada. Parlano di temi attuali per l'Argentina : la crisi economica e i rapporti con il Fondo Monetario Internazionale, l'elezione di Obama, lo stato dei processi che riguardano i responsabili della dittatura e le nuove responsabilità che vengono accertate.
Ogni giovedì, insomma, le madri fanno il punto sulla politica argentina, e non solo su essa. Ho l'impressione che questo appuntamento settimanale sia seguito con una certa attenzione dalla stampa e dall'opinione pubblica di questo paese.
Mi attardo, in fondo al corteo, a parlare con una Madre di origine italiana. Mi viene da chiederle per quante settimane ancora sfileranno in Plaza De Mayo. La risposta è decisa, viene con voce ferma e mi fa salire un groppo alla gola: "Sarà per sempre, per tutta la vita, basta che viva una sola madre, e lei marcerà".
E' la speranza e la fiducia che ancora le muove dopo tanti anni... senò, per cos'altro lo farebbero???
RispondiEliminaCiao Tito, sei ritornato dal tuo viaggio?
Ti abbraccio forte forte
Francesca