Mi faccio spesso questa domanda quando scrivo. E forse la farete anche voi lettori. Un narratore di viaggi non deve mai scordarsi di raccontare al suo lettore dove si trova con la sua storia.
Siamo al Sud più a Sud di tutto dove l’ultima costa del Cile smette il suo denso profilo andino per frastagliasi in un imbroglio di canali , fiordi e insenature che corrono verso la Terra del Fuoco e inciampano in quello scoglio solitario chiamato Capo Horn.
Eravamo rimasti sotto il quarantesimo parallelo? Allora ecco subito la prima grande isola che si allontana dalla costa cilena. A sud di Puerto Montt, cè l’isola di Chiloè. Dell’isola ho scritto molto nel mio primo viaggio. Isola di miti, leggende e vascelli fantasma, mi verrebbe da dire. Nell’isola ho anche dornito nell’albergo delle donne tristi. Naturalmente dopo aver letto il libro di Marcela Serrano.
Qui è nato, nel lontano 1910 Francisco Coloane il mio scrittore preferito degli oceani alla fine del mondo.
L’ho perso per un soffio è stato a Roma prima che morisse qualche anno fa.
Don Pancho lo chiamavano gli amici.
“Finché puoi lasciati spaventare dalla realtà” dice spesso, anche quando gli rimarrà poco tempo da vivere. Trasforma, nei suoi libri, la paura in una forza misteriosa.
Ho ricopiato nella mia moleskine un brano di un suo racconto. Lo porto sempre con me nei miei viaggi patagonici , assieme alla balena bianca di Melville.
Posso invidiare la fortuna di un viaggio in nave nello stretto di Magellano? Vedrai balene ogni sera mangiare il sole. Attenzione alla malinconia. Lentamente nelle rocce e nel ghiaccio un continente svanisce in mare. E scoprirai nei colori dell’alba quanto può inquietare il silenzio delle terre alla fine del mondo…
Ciao Tito....
RispondiEliminaquanto tempo!!!! Volevo salutarti e sapere come stai. Adesso ricomincerò a seguirti con interesse.
Un abbraccio
Francesca