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domenica 27 luglio 2008

La città ideale (dalla scuola di Piero Della Francesca)


Cosa guardo di una città…

In questa mia nuova vita di viaggiatore alla volte mi capitano cose davvero singolari.
Per dire, quando arrivo in una nuova città, in una qualsivoglia parte del mondo, il mio primo sguardo cade sulle cose meno evidenti e magari meno significative agli occhi del turista: la pulizia delle strade, il funzionamento dell’acquedotto e dei trasporti, l’illuminazione e le aiuole del verde pubblico, i servizi agli anziani e all’infanzia e cosi via.
Credo proprio che si tratti di una sorta di riflesso condizionato, che scatta anche a dispetto di quello che magari vorrei o dovrei vedere veramente. Starei per dire che tutto dipende dalla mia “infanzia” politica e amministrativa.
Avevo ventiquattro anni quando fui eletto sindaco nella mia città, Cortona: nessuna esperienza e tanta paura di non farcela. E tutto per me inizia da quel giorno.
Per me la città era come un albero di Natale per un bambino: mancava sempre qualcosa da appendere ai rami spogli.
Fatta questa premessa voglio però mettermi nei panni di un turista che sceglie - speriamo sempre più – di visitare Arezzo, per ammirare il suo centro storico, godersi gli affreschi di Piero e magari, se gli capita la domenica giusta, per fare un salto alla fiera antiquaria.
E allora voglio soffermarsi proprio su questo: che cosa offre il nostro centro storico a questi nostri visitatori? Quali servizi e attività ci sono per il turista e quindi, bene o male, anche per chi vive in questa città?
La qual cosa vuol dire far seguire a ruota anche altre domande, per niente semplici, soprattutto se poi ci attendiamo risposte che non galleggiano nell’astratto, ma che devono suggerire soluzioni concrete. Insomma: quali sono le necessità per affrontare un mercato turistico in crescita ma sempre più selettivo e difficile? Come integrare lo sviluppo di una città riqualificandola nelle strutture ricettive, congressuali, di arredo urbano? E in che modo promuoverla portando dei benefici ai commercianti e agli artigiani?
In questa prospettiva sono importanti i singoli negozi, la qualità della merce, la professionalità degli addetti alla vendita, gli orari di vendita, i mercati, i bar, i ristoranti, i bagni - pubblici e non - e non dimentichiamoci, anche una capacità di proporre prezzi competitivi e accettabili. Ma importanti sono i servizi in genere, dalla pulizia delle strade alla raccolta dei rifiuti. Importanti sono l’accessibilità al centro storico, il trasporto pubblico, i collegamenti con le stazioni di mobilità collettiva, i grandi parcheggi. E importanti, ancora, sono gli eventi culturali, le mostre evento, le proposte e le offerte connesse al nostro patrimonio museale e storico-architettonico.
Non c’è che dire, di carne al fuoco ce n’è molta. Tante domande e tanti problemi da affrontare. Cercherò di parlare di tutto questo nei prossimi articoli, affrontando sia i punti forti che le criticità. Ma oggi voglio partire da alcune piccole cose.
E allora mi vengono in mente altre domande, elementari, spontanee.
Vorrei chiedere per esempio al sindaco se, secondo lui, nella parte storica della città potrà esserci una maggiore attenzione alla pulizia delle strade. Non in un futuro più o meno lontano, ma da domani.
Vorrei chiedere al sindaco se pensa che in quell’universo perverso e macchinoso che è la raccolta dei rifiuti, potrà esserci qualche elemento di attenzione in più, almeno per non far transitare i grandi mezzi della raccolta all’ora di punta in piena zona pedonale. Non in un futuro più o meno lontano, ma da domani
E vorrei chiedere al sindaco se crede che la città si sentirà da domani più tutelata e più incoraggiata nel suo rispetto per le regole da una politica della sosta e del traffico in città capace di salvaguardare la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti, magari lasciandogli libero qualche marciapiede cittadino o qualche pista ciclabile.
Naturalmente potrei continuare un bel po’.
Sono domande retoriche che hanno in se la loro risposta, della cui banalità ossia concretezza mi scuso.
Piccole cose, ma molto importanti per la qualità del vivere in città.
Forse su questo dobbiamo fare un salto di efficienza e lavorare di più: non ho nessuna autorità per dirlo ma lo dico lo stesso.
Intendiamoci, il funzionamento di una città è in realtà qualcosa di molto complesso: non lo scopro certo io e so che è facile distribuire lezioncine e rampogne quando non hai una diretta responsabilità sulle azioni da intraprendere.
Però sono convinto che la capacità di rispondere ai bisogni materiali, soprattutto di offrire servizi alla persona per lo meno dignitosi, sia direttamente proporzionale alla passione, all’impegno e direi perfino alla fantasia dei suoi amministratori.
L’età – la mia età – ha diversi inconvenienti, ma anche un vantaggio, quello di vedere in anticipo gli errori che ciascuno ripete nel rincorrersi delle generazioni di amministratori, secondo una legge che si direbbe naturale. Ho visto molti amministratori capaci inciampare nei piccoli grandi ostacoli della qualità del vivere urbano e la concretezza arrendersi all’astrattezza di grandi progetti che, quando rimangono tali, imprigionano la mente nell’immobilismo. Ed è un vero peccato.

tito barbini (corriere di arezzo 26/07/2008)

1 commento:

  1. Spesso le cose importanti sono quelle piccole, quelle quasi scontate ma che sono importantissime per tastare il polso di una realtà!!! E questo credo valga per tutto: dall'amministarzione di una città all'opinione che ci facciamo di una persona. Non i grandi progetti o i gesti eclatanti... ma le cose piccole, quelle sono veramente illuminanti!!!
    Un abbraccio
    Francesca
    P.S. Come vanno le tue escoriazioni e le tue botte???

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