Sono in viaggio.
Prima nel Delta del Mekong e poi ,per alcuni giorni, al mare in un isola delle Andemanne. Entro la fine del mese di luglio sono di nuovo a casa.
Il sole tramonta all’improvviso nel grande fiume rosso. Prepara a lungo la sua uscita di scena tingendo d’infiniti colori il cielo e la terra. E’ il momento più bello della giornata, anche se non è facile abituarsi alla vita nel delta.
Clima afoso, sempre eguale, non ci sono stagioni in questa parte dell’Asia.
Il caldo bagna la pelle e il mare lo ascolti solo poche volte. Succede quando un soffio di aria salubre interrompe l’incessante ronzio delle zanzare e smuove l’odore della terra inzuppata di umidità.
E’ stagione degli acquazzoni questa. Di tanto in tanto durante il giorno, il sole gioca con le nuvole gravide di pioggia. Cambia anche il colore del fiume. Non so in quale braccio del Mekong mi trovo adesso ma il fiume è possente e gonfio, vicino alla piena, trascina via di tutto e tutta porta verso il delta e l’oceano Pacifico.
Ogni tanto vedo sfilare davanti a me isole di fiori bianchi in corolle di foglie verdissime. Grasse e rigogliose.
Appena qualche anno fa, il fiume, assieme alle carogne dei bufali e dei cani portava anche i cadaveri raccolti lungo i conflitti dei paesi attraversati. Qualcuno ha parlato di questo fiume come di una discarica degli orrori della guerra.
Clima afoso, sempre eguale, non ci sono stagioni in questa parte dell’Asia.
Il caldo bagna la pelle e il mare lo ascolti solo poche volte. Succede quando un soffio di aria salubre interrompe l’incessante ronzio delle zanzare e smuove l’odore della terra inzuppata di umidità.
E’ stagione degli acquazzoni questa. Di tanto in tanto durante il giorno, il sole gioca con le nuvole gravide di pioggia. Cambia anche il colore del fiume. Non so in quale braccio del Mekong mi trovo adesso ma il fiume è possente e gonfio, vicino alla piena, trascina via di tutto e tutta porta verso il delta e l’oceano Pacifico.
Ogni tanto vedo sfilare davanti a me isole di fiori bianchi in corolle di foglie verdissime. Grasse e rigogliose.
Appena qualche anno fa, il fiume, assieme alle carogne dei bufali e dei cani portava anche i cadaveri raccolti lungo i conflitti dei paesi attraversati. Qualcuno ha parlato di questo fiume come di una discarica degli orrori della guerra.
Devo abituarmi, sono ormai diversi anni che, a periodi alterni, vengo da queste parti. D'altronde il Fiume Mekong, fra tragedia e incanto, sarà il mio prossimo libro.
Caro Tito,
RispondiEliminabuon viaggio, che sia fonte di nuovi stimoli e nuove scoperte e possa arricchire il tuo cuore.
Un abbraccio.
Se sarai di ritorno per la fine di luglio ti aspetto per la festa delle nazioni a Ronciglione :-)
Ho visto ieri sera a Quark un bel documentario sul fiume Mekong.... ho pensato a te che sei lì.... Parlando con mio marito dicevo che mi sembra un luogo pieno di tragedia e incanto..... sono venuta qui ed ho visto che sono proprio queste le parole con cui lo descrivi.....
RispondiEliminaFausta
Buon viaggio, viaggiatore!
RispondiEliminaIo ho una amica che è in India con Medici senza Frontiere. L'anno scorso era in Cina e la sua esperienza ha dato vita ad un bellissimo libro che ho avuto modo di recensire per il Giornale: "Chiara Montaldo, Sono in Cina" (ed. Sagep).
http://www.ilgiornale.it/pag_pdf.php?ID=55671
Buon tutto!
Andrea
http://andreamacco.wordpress.com/
Ciao Tito.
RispondiEliminaChe meravigliosa descrizione, piena di poesia e di amore per una terra, un fiume, un mondo che si percepisce, senti e ami profondamente.
Oggi è il 21... Sei ritornato???
Un abbraccio
Francesca