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domenica 24 agosto 2008

Con Robert Redford a Cortona

(nella foto Redford nei panni del bandito gentiluomo Sundance Kid)

Qualche giorno fa, ospite del Tuscan Sun Festival, Robert Redford ha annunciato che nel 2009 potrebbe portare a Cortona una sezione europea del suo Sundance Film Festival, la prestigiosa manifestazione dedicata al cinema indipendente che si tiene ogni anno negli Stati Uniti, per la precisione a Park City, nell'Utah.
La notizia mi riempie di gioia almeno per quattro ragioni.
La prima è molto personale e irrilevante per voi: sono un cortonese, nato dentro le mura di questa cittadina etrusca di cui per dieci anni sono stato anche il giovane, entusiasta e impaurito sindaco. E allora come non posso emozionarmi pensando a tutto questo?
La seconda ragione è più importante della prima e si chiama Robert Redford. Un attore straordinario che abbiamo ammirato e amato in film indimenticabili, da "A piedi nudi nel parco" a "I tre giorni del Condor", da "La stangata" a "Tutti gli uomini del Presidente" e a "La mia Africa", solo per ricordare alcuni dei tanti che sono entrati nella nostra cineteca ideale. Un attore, ma poi anche un regista, di più, un autore che ha realizzato film importanti, film forti, film intrisi di sensibilità politica e civile, ma non per questo privi di spessore psicologico o di attenzione ai valori estetici.
La terza ragione riguarda la natura e il rilievo oggettivo del Sundance Film Festival e le possibili ricadute che potrà avere la sua sezione europea. In America questa straordinaria manifestazione da anni offre visibilità e prospettive a a tutti quegli attori e autori che non vogliono sottostare alle rigide logiche del mercato e dell'industria di Hollywood. Lo stesso potrebbe valere per il cinema indipendente italiano e europeo: e di questo abbiamo davvero bisogno, con la piena consapevolezza che il cinema non è solo indovinare qualche titolo che sbanca ai botteghini, no, il cinema plasma la nostra cultura, costruisce il nostro immaginario.
E allora è giusto ricordare anche che Robert Redford non ha fondato solo un festival, ma anche un'organizzazione no-profit, il Sundance Institute, che sostiene il lavoro dei cineasti indipendenti e ha così lanciato registi come Quentin Tarantino o Jim Jarmusch, per citarne solo due.
La quarta e ultima ragione di gioia è più particolare e riguarda il nome del festival: Sundance. Sundance come Sundance Kid, il bandito gentiluomo interpretato da Redford nel film "Butch Cassidy", come il personaggio a cui anch'io ho dedicato un capitolo nel mio primo libro.
Non tutti sanno che in una mattina di dicembre del 1905 mentre il vento freddo della Terra del Fuoco spazzava gli stradoni deserti di Rio Gallegos, due giovani e una ragazza ripulirono la cassaforte del Banco Inglès. Fu proprio cosi che Butch Cassidy, Sundance Kid ed Etta Place misero a segno la prima rapina a mano armata del secolo scorso in quella Patagonia in cui io ben volentieri mi sono perso più e più volte.
Venivano da rapine lontane in Texas e in Arizona e la loro era una storia d'amore e d'avventura. Benché fossero i banditi più ricercati d'America si parlò di loro come di simpatiche canaglie capaci di farsi benvolere dalla gente comune. D'altronde pare che non abbiano mai ucciso nessuno. Fui in quegli anni che la banda assunse il nome leggendario di The wild bunch: il mucchio selvaggio.
Forse è per tutto questo che Redford ha scelto questo nome per il suo festival.
Ma torniamo a noi. Torniamo a questo grande progetto per Cortona e per tutta la Toscana.
Abbiamo una sede importante che potrà accogliere degnamente il festival, cioè la fortezza del Girifalco, la bellissima struttura restaurata e recuperata ormai da molti anni che domina Cortona e la Valdichiana. E sono certo che il giovane sindaco Vignini farà l'impossibile per cogliere al volo questa occasione, sia in termini di risorse che volontà politica.
Però ne dobbiamo essere consapevoli: non basterà la volontà di Robert Redford né l'impegno dell'amministrazione comunale.
Ecco perché mi appello alla sensibilità del Presidente della Regione Claudio Martini e dell'assessore alla cultura Paolo Cocchi. Sono stato per troppi anni nel governo regionale per non sapere che un intervento deciso e risolutore da parte della Regione può, come si dice da noi, togliere il vino dai fiaschi.
Certe occasioni vanno colte, assolutamente, senza aspettare che si realizzino da sole, solo perché ci sono piovute addosso come manna dal cielo. Certe occasioni sono come un tram che passa una volta sola: o ci salti sopra quella volta o vivrai di rimpianti.


Tito Barbini ( Corriere di Arezzo 23 Agosto 2008)

1 commento:

  1. I tuoi viaggi ci fanno "vivere" i posti lontani che tu visiti.... ma quanto grande è sempre l'amore per la tua terra!!!!
    Fausta

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