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mercoledì 19 giugno 2013

Le Rughe di Cortona







Questa mattina a Firenze ho firmato il contratto con il mio editore per la pubblicazione del mio nuovo libro. Penso che uscirà a Settembre con uno strano titolo: Le Rughe di Cortona.

Rughe della città, quindi, rughe come quelle che solcano il volto di un anziano. Segno corporeo, fisico. E non solo, perché sono anche impronta immateriale del tempo trascorso.

Ho cominciato a scrivere questo libro alla fine del 2011 mentre mi trovavo presso la pensioncina della signora Magaldi a Punta Arenas, nella punta estrema del Cile. Dopo aver scritto le prime pagine, ho lasciato la Patagonia per rientrare in Italia. E nei giorni seguenti sono tornato a Cortona. Ho vagato per la città, giorno dopo giorno, per lungo tempo. La maggior parte di questo libro è stata scritta al rientro da quelle camminate. Partivo, di solito, dall’alto della collina e scendevo a valle percorrendo i vicoli stretti e varcavo gli accessi della città attraverso le antiche porte.

E’ indubbio, tra i cosiddetti centri storici minori della Toscana che sono meta di intenso turismo, Cortona, è una delle più visitate in Italia. In effetti, il complesso formato dai casamenti, chiese, torri civiche e borghi medievali disposti con sapienza logica sul manto verde di un bosco di olivi secolari e delimitato dalle mura di origine etrusca, offre una compiutezza urbanistica e paesaggistica che ben merita la reputazione che si è conquistata.

Ma la fretta dei nostri tempi obbliga spesso il viaggiatore a visite sbrigative di poche ore per essere poi inghiottito da altre mete. Eppure anche il viaggiatore senza tempo può permettersi una piccola deviazione dal suo percorso.