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mercoledì 4 giugno 2008

ISOLA DI PASQUA, triste e sola


Sola, sola in mezzo al più grande oceano del mondo. Sin da quando
ero un bambino il mistero dell'Isola di Pasqua aveva colpito la mia
fantasia.

Per dare un'idea di questo isolamento basta dire che l'isola è una grande roccia vulcanica spuntata dall'oceano durante un'eruzione nelle profondità del mare.

E' lontana da tutto migliaia e migliaia di chilometri e la terra abitata più vicina (2000 km) e' l'isoletta di Pitcaim uno scoglio famoso perchè li vivono qualche decina di discendenti degli ammutinati delBounty. Si chiama Isola di Pasqua perchè un navigatore (credo olandese) sbarcò in quest'isola nel giorno di Pasqua del 1722. Il suo vero no me è Rapa Nui: isola di roccia. Magnifica solitudine e triste desolazione dell'isola di Pasqua! Spazi liberi completamente spogli dove corrono liberamente cavalli selvaggi e nere scogliere infrante violentemente dalle onde oceaniche.

Qua e là verdi coni vulcanici con crateri che nascondono meravigliose e colorate paludi.

Forse nel 400 d.c approdarono qui alcuni migranti provenient dalla poilinesia o forse, chissà, dalla costa latino americana.

Di loro (si racconta di un popolo bellissimo) oggi restano pochi abitanti sbiaditi e asserviti all'industria turistica. Ma la loro storia vale la pena raccontareperchè ci insegna qualcosa. E' un popolo che è riuscito adautodistruggersi!

Storia maledetta la sua.

Rapa Nui era un'sola rigogliosa tutta coperta di verdi palme con lussureggianti foreste piene di animali , soprattutto uccelli.
Il suolo era vulcanico, fertile e ricco di acqua dolce. Insomma, un paradiso terrestre. La popolazione cominciò a disboscare per avere legna da ar esoprattutto per avere più superfici agrcole. Ma il consumo degli alberi divenne eccessivo per trasportare i "MOAI" (le grandi statue
di pietra)il quale unito al disboscamento agricolo portò nel giro di un millennio alla scomparsa di tutti gli alberi.

Le conseguenze furono disastrose: Le pioggieerosero il terreno e quindi distrussero l'agricoltura . L'erosione portò conse la siccita e tutti i fiumi si essiccarono. La mancanza di legno per costruire le canoe impedi la pesca e sopratutto rese prigionieri dell'isola i 9000 abitanti. Il resto ( nei secoli recenti ) lo ha fatto lo schiavismoe le malattie portate dall'uomo bianco. Restano oggi, maestosi e gioviali, i grandi Moai, sparsi in tutta l'isola sono la testimonianza dellatormentata storia di un popolo che è riuscito a rubare il proprio futuro.

1 commento:

  1. un monito per gli uomini chiaro visibile a tutti. Si sa "l'esperienza di un altro non vale"

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